Lanternino   news
 
19-10-2004
RECUPERO PRIMA PROVA COPPA ITALIA
 
di Stefano Galletti
 
Domenica 3 ottobre si è svolta a Faedo (Vicenza) il recupero della prima prova di Coppa Italia 2004, a cura della società sportiva Vicenza Orienteering Team Rodolfi. La gara, inizialmente programmata in ad inizio calendario 2004 ha subito un rinvio causa neve ed ha poi trovato la definitiva collocazione ottobrina “incastrandosi” in un calendario ancora ricco di appuntamenti non solo regionali ma anche nazionali ed internazionali: la data definitiva è infatti caduta ad una sola settimana di distanza dalla prova di Coppa Italia disputatasi a Sega di Ala, in concomitanza con la disputa del Latinum Certamen in Portogallo e precede di una settimana l’appuntamento dell’Arge Alp che vedrà impegnate al completo le squadre altoatesina, trentina e lombarda in Baviera.

La data definitiva ha finito anche per sovrapporsi al periodo nel quale la vegetazione del bosco di Faedo si mostra più rigogliosa, cosicché quei tracciati che nel mese di marzo sarebbero stati più scorrevoli sono divenuti parecchio fisici e al tempo stesso anche molto “ruvidi”: il comunicato gara presentato dal team avvertiva i concorrenti in merito all’interpretazione dei “verdi” ed in molte zone di gare, nonostante il continuo passaggio di atleti, il fitto sottobosco ha continuato a creare parecchie difficoltà nella corsa per tutte le 4 ore di gara. Questo fattore contingente ha aggiunto altra difficoltà ai tracciati predisposti da Janos Manarin e Daniele Danieli agli atleti di alta classifica quindi non è restato che aggiungere un’altra variabile al proprio stile di corsa: agire “di forza” rischiando forse anche più del dovuto dal punto di vista fisico ma minimizzando le tratte, oppure aggirare le zone più lente cercando di mantenere alta la velocità. E la domanda che si pongono invece alcuni atleti di basso profilo (tra cui il sottoscritto) è sempre la stessa: “Ma i rovi ci sono per tutti oppure no?”. Il dubbio sorge legittimo nel momento in cui si vedono transitare nel bosco a tutta velocità certe figure, prendiamo ad esempio Klaus Schgaguler, del tutto immuni ai rovo ed alla vegetazione avviluppante magari bastano pochi secondi (come sono bastati a me) per arrivare nello stesso punto e per scoprire che, in effetti, sottobosco fitto ed ostacoli sono presenti anche lì... ma allora come fanno questi atleti? Sono forse dotati di telepass incorporato per passare in mezzo alle asperità senza danno e senza apparenti difficoltà? Mi appare sempre più evidente che il mondo degli elite e quello degli appassionati di seconda schiera hanno ben pochi elementi in comune. L’accenno a Klaus consente, ovviamente, di introdurre i risultati parlando della categoria Elite maschile, nella quale il primato è andato a Mikhail Mamleev (Suedtiroler Laufverein) al termine di una gara assai combattuta nella quale il comando è passato alternativamente nelle mani del russo, di Schgaguler (T.O.L.) e di Carlo Rigoni (Fiamme Gialle) che si sono classificati nell’ordine fatta eccezione per alcune tratte ad un terzo di gara, il podio è sempre stato cosa loro: l’eccezione è rappresentata ancora una volta da Daniele Pagliari (GS Forestale) che come 7 giorni prima finisce per occupare il quarto posto finale ma si conferma ai vertici elite, come il compagno di squadra Alessio Tenani e come Emiliano Corona (GS Pavione) giunti al quinto e sesto posto finale. Alla famiglia Mamleev non è riuscito l’ambo sulla ruota di Faedo, ma solo perchè tra le donne Renate Fauner (GS Forestale) torna a vestire i panni della vincitrice dopo il secondo posto di Sega di Ala: 6 minuti di vantaggio alla fine per lei su Sabine Rottensteiner (S.L.V.) e quasi 10 su Laura Scaravonati (GS Forestale) con le altre ragazze più staccate. E’ una PE ad escludere dal podio Johanna Murer (T.O.L.) accreditata inizialmente del secondo tempo da chi teneva d’occhio gli arrivi griglia di partenza alla mano.

A Faedo è venuta a mancare la sfida in H35 tra Mark Hayman ed i migliori master italiani: l’inglese si è cimentato in Ticino nel TMO di Puscett contro Maddalena, Santini, Asmus, Tettamanti e compagnia. Visto Hayman a Pianfei in un sottobosco simile a quello di Faedo e visto in gara domenica Antonio Baccega (Fiamme Gialle) ho tratto una personale conclusione: l’inglese sarebbe stato più veloce, il maresciallo sarebbe stato imbattibile non è da tutti vincere questa Coppa Italia con oltre due minuti di vantaggio sul campione italiano Andrea Cipriani (Panda Valsugana), soprattutto sul Cipriani di questo scorcio di stagione, lasciando tutti gli altri ad oltre 7 minuti (il primo degli “altri” è Alberto Grilli, del Cus Parma). Baccega lascia campo libero in H40, laddove Roberto Pradel (US Primiero) regola un trio agguerritissimo di lombardi, Roberto Biella (Sesto 76 Lisanza), Angelo Bozzola (Punto Nord Monza) e Corrado Arduini (Atletica Interflumina). In H45 Tiziano Zanetello (Erebus Vicenza) prende la rivincita rispetto a 7 giorni prima, vincendo con 4 minuti di vantaggio su Massimo Balboni (Atletica 85 Faenza) e con oltre 7 sul vincitore di Sega di Ala Marcello Pradel (S.O. Lamon) in questa categoria resta ai piedi del podio Leonardo Curzio (Orientamondo), ma papà Leonardo potrà ben consolarsi per il successo del figlio Samuele in H12 e per il secondo posto in D14 della figlia Lucia in D14 che come a Sega di Ala è ancora l’unica tra le “non primierotte” a salire sul podio di Coppa Italia (la vittoria va ancora a Claudia Zanetel dell’US Primiero). Tra gli atleti di alta classifica che hanno pagato il maggior tributo fisico alla vegetazione c’è sicuramente Stefano Bisoffi (Cus Torino): ma almeno ne avrà avuto qualche vantaggio? Giudicate un po’ voi: primo in H50 con 10 minuti di vantaggio su Helmuth Murer (Or. Pergine) e quasi 14 su Lorenzo De Paoli (US Primiero), che a sua volta precede di 1 solo secondo Giancarlo Dell’Eva nonostante l’ottimo sprint finale di quest’ultimo. Lo stile di gara di Stefano si estende evidentemente anche alla moglie Maria Elena Liverani, vincitrice con oltre nove minuti di vantaggio della D45, ma non ancora alle figlie di questa coppia di campioni italiani che in D16 e D18 devono assistere alle vittorie di Maria Prouss (T.O.L.) e Marina Simion (US Primiero) davanti alla compagna di squadra Ana Daldon. Tra i super-veterani le vittorie vanno a Walter Gruber (T.O.L. – H55), Carlo Nessi (Or. Como – H60) e Marino Zacchigna (CAI XXX Ottobre – H65).

Tra gli altri fotogrammi scattati a Faedo vorrei citare l’ennesima vittoria in D12 di Ylenia Gobber (US Primiero) che al primo punto perde 3 minuti secchi ma al terzo punto è già al comando del plotone di giovanissime, la sfida tutta trentina tra Roberto Della Valle (GS Caleppiovinil) e Alessandro Zeni (GS Pavione) in H14 e la vittoria di Luca Dallavalle (GS Caleppiovinil) in H18 davanti a Gianluca Salvioni (GS Capannori). Lucia Bragagna torna alla vittoria dopo l’infortunio patito nella staffetta di Santo Stefano d’Aveto e precede la compagna di squadra dell’Orienteering Mezzocorona Ivana Zotta, mentre Maria Cristina Fattori (Cus Padova) e Erminia Necchi (Cral Enea Casaccia) vincono in D55 e D60.
Restano poi ancora tante categorie, ognuna con la sua storia, i suoi protagonisti ed i suoi piccoli o grandi eventi spiace talvolta non poter dare in cronaca niente di più che il nome del vincitore, ma ci sarà sempre un’altra occasione per parlare più diffusamente di queste categorie: i vincitori sono Andrea Bruno (Cus Bologna – H20), Andrea Seppi (Semiperdo Maniago – H16), Sara Di Furia (Pol. G. Masi – D20), Marirosa Hechich (Semiperdo Maniago – D35, per lei seconda vittoria in 7 giorni) e Laura Piatti (Or. Como – D40). Poi ancora i vincitori delle categorie “di contorno” che affrontano ogni volta le stesse difficoltà e gli stessi ostacoli di tutti gli altri e per questo meritano anch’essi di essere citati: Federica Anedda (GS Galilei – DA), Rita Rosin (Erebus Vicenza – DB), Marika Piovesan (CSI Treviso – DC), Ingemar Neuhauser (T.O.L. – HA in volata sul vicentino Mariano Bigarella), George Ehrhardt (CAI XXX Ottobre – HB) e Michele Benato (GS Galilei – HC).