Lanternino   news
 
23-06-2004
CAMPIONATI ITALIANI MIDDLE DISTANCE 2004
 
di Stefano Galletti
 
Dopo due giorni intensi di gare, quando anche l’ultimo atleta ha abbandonato il luogo delle premiazioni e l’ultima lanterna è stata raccolta dagli organizzatori, arriva il momento di tirare le somme e di trovare un volto, o un nome, oppure una prestazione che sintetizzi da sola l’evento e lo consegni alle edizioni successive dei campionati. Non è mai una impresa facile. Volendo imporre una certa dose di drasticità, ci si potrebbe addirittura limitare a raccontare le gare di chi nella due giorni di Lanzo d’Intelvi a gareggiato per i titoli italiani, ma questo andrebbe a detrimento della fatica degli “altri”, non pochi, che pur senza titoli in palio hanno costituito la degna cornice della gara, cimentandosi nella “Due giorni” sugli stessi percorsi e sugli stessi terreni che ancora una volta hanno incoronato a campioni nazionali gli atleti che meglio hanno saputo interpretare ed amalgamare tecnica ed atletismo.

La Lanzo d’Intelvi che ha ospitato nel 2004 i Campionati Italiani Middle a cura delle società IK Prato e Nirvana Verde Lecco è assai diversa da quella stessa zona che solo l’anno scorso era stata percorsi dagli atleti svizzeri durante le gare per l’assegnazione dei titoli middle elvetici: forse il caldo del 2004 è stato meno soffocante, forse i percorsi del 2003 presentavano una diversa distribuzione delle pendenze e degli aperti e semiaperti che caratterizzano la zona. Sicuramente,la formula della qualificazione al sabato e della finale la domenica ha nuovamente garantito fino all’ultimo istante quella suspence che può essere sciolta solo dall’arrivo dell’ultimo concorrente.

Si comincia il sabato, allora, sulla carta di Pian delle Noci da affrontare sul lato di San Fedele d’Intelvi: sono 40 i posti in finale per gli atleti dell’elite maschile (ma ci sono anche 80 iscritti), e se i più forti possono limitarsi a controllare il dispendio di energie e intanto riescono anche a studiare la zona di gara, ci sono tanti atleti che lottano fin sulle forti pendenze del rettilineo d’arrivo per una posizione da finale A. Sicuramente chi non pensa a risparmiarsi troppo è Michele Tavernaro, autore del miglior tempo davanti ad Alberto De Riz e Carlo Rigoni, con la medaglia di bronzo dei campionati elvetici 2003 Stefano Maddalena subito dietro.
Tra le Donne Elite, si mette subito il luce Renate Fauner: suo il miglior tempo di manche con oltre 3 minuti su Aija Skrastyna, Helga Bertoldi, Johanna Murer, Christine Kirchlechner e Laura Scaravonati.
Tra i master la classifica del sabato vede al comando un pattuglione di atleti stranieri: ma è Oleg Anuchkin a mettere in fila, con distacchi di pochi secondi, i soliti ticinesi Francesco Guglielmetti e Michele Tettamanti, poi l’inglese Anthony Cox e Michele Guglielmetti (e per fortuna che gli altri ticinesi Gigi Pedrini e Thomas Hiltebrand stanno correndo in HE) tra i nostri, assenti Roberto Pradel e Niccolò Corradini, si apre la prevista sfida tra Rudi Mair, Antonio Baccega, Andrea Cipriani e Gianluca Di Stefano. Anche in D35 guidano la qualificazione due atlete ticinesi, Graziella Quadri e Ilaria Ferrari al terzo posto Laura Rossi precede di pochissimo Francesca Guarato e Marirosa Hechich, mentre sembra strano dover scendere fino al quindicesimo posto (l’ultimo utile per qualificarsi alla finale!) per trovare la campionessa italiana uscente Laura Piatti ma attenzione: anche a Santo Stefano d’Aveto Laura aveva ottenuto la qualificazione alla finale A con l’ultimo tempo! I giovani sicuramente non pensano a risparmiarsi nella gara di qualificazione anche per loro i posti in finale sono relativamente pochi e così sono Jonas Rass e Martin Murer a guidare un gruppo molto compatto. Anche tra gli H20 c’è un quindicesimo posto sul quale bisognerà tornare, ed è quello del primierotto Nicola Giovanelli. Tra le ragazze sembra che i pronostici che davano un titolo in Emilia Romagna possano avverasi: il sabato guida Sara Di Furia, con le corregionali compagne di staffetta Laura Carluccio e Sara Sambi solo Eva Schgaguler e la veneta Sara Pradel si inseriscono nelle zone alte della classifica.

Si arriva così alla gara di domenica: è sempre Pian delle Noci ad ospitare l’arrivo, ma i percorsi si dipanano questa volta nella zona di Pelvio d’Intelvi, arrivando vicinissimi alla frontiera. I tempi del sabato si resettano e le possibilità di vittoria tornano uguali per tutti i finalisti la domanda che gira è sempre quella c’è qualcuno che avrà speso forse troppo nella qualificazione? Noi avevamo lasciato Laura Piatti alle prese con il suo ultimo posto in qualificazione prima della partenza, scherzando (o forse no?) mi dice che è stata tutta pretattica, che ha intenzione di fare come nel 2003. Sicuramente la sua gara è più positiva rispetto al sabato, ma Marirosa Hechich e Francesca Guarato scappano subito via e solo la compagna di Laura, Oxana Shutkovskaya, sembra tenere il passo (la luganese Graziella Quadri intanto sta facendo una gara tutta per conto suo, alla fine avrà 5 minuti di vantaggio in classifica, ma qui ci concentriamo sulla gara per il titolo italiano). Ma all’ottava lanterna Piatti inserisce il turbo e mette a segno una quaterna di lanterne da primo parziale: ad ogni lanterna guadagna una posizione. Era quarta? Si ritrova al comando, e lo tiene fino alla fine... che la “tattica” del 2003 abbia pagato anche quest’anno?
I master hanno affrontato un percorso che metteva a dura prova le doti atletiche di chi mirava al successo forse per questo prima della partenza i pronostici per il titolo hanno oscillato tra il solito Oleg Anuchkin (dominatore in Coppa Italia) e Gianluca Di Stefano (già campione a Parma e Prà Riondo). E forse per questo meno credito si dava a chi, come Antonio Baccega, veniva dato (o si presentava lui stesso in tal modo) come non al meglio della condizione atletica. Ma l’orienteering non è solo atletica, bensì uno sport nel quale si può vincere un campionato italiano mettendo a segno un solo parziale vincente, ed è quello che succede a Baccega: un solo miglior parziale, contro i 4 di Anuchkin e Di Stefano, ma anche (presumibilmente) nessun errore, e tanto basta. Il secondo posto dell’atleta ligure è provocato da un errore di quasi due minuti a due terzi di gara, quando era al comando, ma Gianluca può consolarsi con la certezza di essersi definitivamente liberato in questo grande 2004 della fama di atleta più adatto per le galoppate in centro storico. Sul gradino più basso del podio salgono in due: Andrea Cipriani, che continua a mostrarsi come un buon vino che invecchiando continua a migliorare (è rientrato in elite, ed i titoli italiani sulla mountain bike non si contano), e Corrado Arduini che ancora una volta tira fuori il meglio di se quando le gare contano davvero. Per la classifica, i lombardi non sono stupiti più di tanto di trovare davanti a tutti i due imprendibili ticinesi Francesco e Michele Guglielmetti... ormai da queste parti ci siamo abituati.

La D20 è probabilmente la categoria che ha pagato più duramente lo scotto dei percorsi offerti da Massimo Bianchi e Leonardo Zaffiri: 49 minuti di gara erano bastati a Passo Coe a Maria Novella Sbaraglia per portare a casa il titolo “long” 2003. A Lanzo si impone Eva Schgaguler con una condotta di gara senza sbavature e con un tempo oltre 43 minuti, prendendo la testa già al secondo punto e mantenendo un vantaggio attorno ai due minuti per tutta la gara. La favorita della vigilia Sara Di Furia si deve accontentare del secondo posto a 1 minuto e mezzo dalla vincitrice, precedente per le posizioni nazionali Sara Sambi (autore di 3 lanterne favolose attorno a metà gara ed attestatasi a lungo in seconda posizione prima di cedere un posto nel finale di gara) e Laura Carluccio tra loro, al terzo posto assoluto, un’altra rappresentante ticinese della famiglia Guglielmetti, Elena.
Tra i ragazzi, la vittoria della domenica ed il conseguente titolo italiano vanno a Nicola Giovanelli anche nel suo caso, si era detto, dobbiamo scorrere la classifica del sabato fino al quindicesimo posto per trovarlo. Forse che anche lui ha deciso di adottare il “teorema Piatti” oppure la sua è stata una scelta, prudente e saggia, per risparmiare le forze in vista della prova decisiva? Quinto al primo parziale, è già davanti a tutti al secondo una breve parentesi del piemontese (in quota al Cus Bologna) Andrea Bruno sulla terza e quarta lanterna e poi via, in testa fino alla fine. Sul podio gli fanno ala il già citato Andrea Bruno e Jonas Rass. Sulla prova di Jonas c’è poco da dire, basterebbe ricordare infatti che lui potrebbe correre nella categoria H16 a stupire il pubblico non è il suo miglior tempo del sabato che non gli basta per vincere il titolo (ma non dovrà aspettare a lungo per togliersi anche questa soddisfazione). Sicuramente invece ha lasciato esterrefatti (ed ammirati, ed increduli, scegliete voi l’aggettivo) la sua scelta di percorso dopo il punto spettacolo durante la finale: su di corsa per la linea di massima pendenza sotto il sole a picco! Una scelta unica, spettacolare e forse anche un po’ folle che resterà impressa a lungo negli occhi di chi ha osservato l’esile figura in tuta bianca e nera inerpicarsi per la collina fino a sparire dietro l’orizzonte. Così come resterà impressa la discesa a pazza velocità di Martin Murer sul rettilineo d’arrivo: una capacità incredibile di coordinazione e di equilibrio di cui lo avevamo già visto protagonista a Pian del Gacc ed a Barenthal 2003, una dote naturale che non è facile riscontrare in un atleta così alto. E tutto questo, ovviamente, solo per ricordare ancora una volta che il vincitore non è Rass, non è Murer, bensì Michele Giovanelli, che non abbiamo potuto vedere nel bosco di Lanzo ma che sicuramente non è e non si sentirà secondo a nessuno né in salita né in discesa.

Resterebbero gli Assoluti. Fauner e Tavernaro, Tavernaro e Fauner, si diceva prima della gara. Magari Rigoni, forse Seppi... Christine Kirchlechner? No, la sorpresa potrebbe essere Aija Skrastyna... I pronostici sono stati rispettati solo al 50%. Michele Tavernaro si è imposto dall’alto della sua classe: 25 secondi di vantaggio per lui al punto spettacolo e poi via, a forzare il ritmo per concludere con oltre 2 minuti di vantaggio sul secondo, che poi sarebbe quel Marco Seppi che sta migliorando ancora e pone già la sua candidatura per un podio agli italiani long per Michele 7 diconsi 7 lanterne consecutive con il miglior parziale attorno a metà gara, un segno di grande forma che, se possibile, rende ancora maggior merito alla tenuta di Marco Seppi. Terzo posto per l’ex nazionale elvetico Manuel Asmus e quarto per Stefano Maddalena, e subito dietro per la conquista del bronzo nazionale ecco Marco Bezzi, concentratissimo per tutta la gara ed autore anch’egli di una grande prestazione. Tra le donne è lo scandire degli arrivi da parte dello speaker Francesco Isella a tenere alta la tensione quando in testa c’è Christine Kirchlechner, al traguardo si aspettano ancora Laura Scaravonati, Aija Skrastyna, Helga Bertoldi e soprattutto Renate Fauner. Laura affronta le ultime curve sapendo già di essere indietro in classifica (sarà sesta alla fine preceduta dalla finlandese Niina Kautto), ma al punto spettacolo è appena passata Fauner col miglior tempo. Si aspettano Skrastyna e Bertoldi che sono transitate insieme sulla collina e invece ecco l’annuncio del prossimo arrivo di Renate: ma i secondi passano inesorabili, ed il tempo di Kirchlechner resta il migliore per la gioia della folta squadra del T.O.L. assiepata lungo il curvone finale ad assaporare il secondo titolo di giornata. L’analisi dei parziali è micidiale: Christine vince con sette migliori tempi parziali, Renate è seconda con 8 migliori parziali, e le lanterne sono in tutto 15...

Poi ci sono tutti gli altri, a completare i risultati del 630 partecipanti ai Campionati Italiani Middle: c’è chi piazza due vittorie secche in entrambe le tappe, come Ylenia Gobber, Nicole Scalet e Tommaso Scalet dell’US Primiero in D12, D16 e H14 (ma questa squadra non ha solo i giovani, visto che Lorenzo De Paoli vince entrambe le tappe in H50), i ticinesi dell’O-92 Piani di Magadino (la squadra di Stefano Maddalena) Camilla Pedrazzi e Pietro Ferretti in D18 e H12 e Gianni Guglielmetti del Gold Savosa in H18 e il bellinzonese Fausto Tettamanti in H55, o Agathe Murer in D45, Cristina Casatta in D55 e Gertrud Unterhofer in D60.
C’è chi vince in rimonta come Angelo Bozzola, dal secondo al primo posto in H40 dopo la parentesi del sabato di Roberto Biella, oppure Carlo Nessi in H60, addirittura da quarto a primo.
C’è chi prende la testa al sabato e controlla la situazione nella seconda tappa: Carlotta Scalet in D14, Laura Grandi in D40 e Margherita Kurschinski in D50, Filippo Spacca in H16 e Luciano Bertocchi in H65.
Volevo chiudere qui, ma ho scoperto che c’è un ultimo modo per vincere la due giorni: è quello di Patrizio Orler in H45, che al sabato lascia sfogare Tiziano Zanetello (primo con oltre 7 minuti di vantaggio) e alla domenica tiene il passo di Remy Steinegger: complice una PM del forte atleta dell’Erebus, i due secondi posti gli sono sufficienti per portare a casa la vittoria nella due giorni.
Se qualcuno conosce un altro algoritmo per vincere... che me lo venga a spiegare, almeno cerco di metterlo in pratica!