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  Lanternino   news    
   
10-06-2004
   
PERCORSO DI PRECISIONE A BRINZIO – RESOCONTO
 
di Stefano Galletti
 
 
L’idea di un percorso di precisione durante una delle gare organizzate dall’Unione Lombarda ha preso corpo durante una partecipazione mia (Stefano Galletti) e di Roberta Borroni alla 5 giorni di Francia 2003. In quell’occasione sono stati proposti ai concorrenti 4 percorsi per quattro giorni consecutivi, che hanno riscosso una discreta partecipazione, più limitata durante il primo giorno e via via crescente man mano che il passa parola si faceva largo tra i concorrenti.

Di quella partecipazione mi resta impressa la tappa del primo giorno, affrontata attorno alle dodici DOPO aver preso parte al percorso di precisione: ricordo infatti che ho affrontato quella tappa come se nella mia testa tutti i particolari del terreno fossero impressi a fuoco, ero concentratissimo e d “in palla” (è stata, in effetti, la mia migliore tappa della 5 giorni, ma nelle altre 4 partivo presto ed affrontavo il percorso di precisione solo dopo la gara...).

L’idea di provare a tracciare un percorso è nata in quel periodo: ci piaceva l’idea di offrire qualcosa di nuovo ai concorrenti e, comunque, parlando con gli organizzatori abbiamo riconosciuto e condiviso la complessità e la validità di questa disciplina. Così, quando in sede abbiamo discusso i ruoli da ricoprire al Trofeo Lombardia di Brinzio, ci siamo fatti avanti con l’idea del percorso di precisione. Gli altri ragazzi hanno approvato e si sono fatti carico anche dei compiti che avremmo dovuto ricoprire alla gara Roberta ed io Davide (Volpi) e Paola (Varesi) ci hanno dato una mano realizzando un “lenzuolo” in scala 1:2500 della zona scelta per la gara: non potevamo infatti sfruttare il percorso per andare in partenza o tornare dall’arrivo in quanto ripidissimo e privo di rilevanza orientistica.

Tracciare un percorso simile non è stato affatto facile ce ne siamo accorti alla prima perlustrazione della zona: dopo aver tracciato sulla carta, individuando i punti migliori, abbiamo dovuto scartarli uno dopo l’altro quasi tutti perchè poco rilevanti, o poco dettagliati rispetto a quanto volevamo presentare, o perchè la vegetazione impediva la visibilità sulle lanterne. Allo stesso modo ci sarebbe piaciuto utilizzare alcune canalette e dei muretti di pietra che, però, non erano rilevati in carta ed abbiamo dovuto rinunciare anche a questi. Occorre dire grazie a Roberta perchè è stata sua l’idea di limitare la lunghezza del percorso facendo rientrare i partecipanti dallo stesso sentiero lungo il quale era situata la partenza: è stata una soluzione che ha evitato di disperdere i partecipanti ed ha mantenuto i punti in una zona abbastanza tecnica.

Alla fine, comunque, abbiamo mantenuto 10 punti di controllo a ciascuno dei quali abbiamo attribuito una diversa caratteristica \ tecnica che si voleva far utilizzare ai partecipanti.

1) e 2) sono stati punti di ingresso, in modo da far comprendere il meccanismo del percorso. Già il punto 2) con la descrizione “lato sud dell’albero più a nord” prevedeva che si prendesse dimestichezza con l’uso della bussola anche su questo tipo di percorsi. Anche in 3) “limite di vegetazione angolo ovest” l’uso della bussola era fondamentale nonostante le mie perplessità tutti hanno indicato la lanterna corretta. In 4) “avvallamento parte alta” abbiamo sfruttato un ampio avvallamento poco profondo, talmente ampio che ben 3 lanterne erano posizionate nella parte alta: una sola, però, corrispondeva col centro della lanterna e qualcuno è caduto in errore nell’indicare il punto esatto. Il punto 5) era il primo “punto trucco”: abbiamo indicato un angolo di recinto visibilissimo, ma sul picchetto abbiamo indicato una porzione di mappa con un angolo di recinto diversa da quella sulla quale stavano i partecipanti orientare la mappa sarebbe stato impossibile, e tutti si sono accorti che quella mappa non aveva nulla a che fare con la zona circostante. Il punto 6) ha presentato un problema di tipo diverso nel corso della perlustrazione infatti avevamo trovato il “termine canaletta bagnata” molto semplicemente: era il punto dal quale partiva il rivolo d’acqua. Ma dopo giorni di pioggia l’acqua si era aperta la strada da monte a valle, e molti partecipanti sono stati tratti in inganno da questo, indicando così un punto diverso da quello riportato in mappa. Nessun problema al punto 7) (naso parte bassa) correttamente individuato da tutti, mentre al punto 8) solo in due hanno capito il trucco: si voleva infatti far riflettere sulla scala 1: 2500 e sulle distanze abbiamo preso un avvallamento lunghissimo (quasi 70 metri!) ed abbiamo posizionato le lanterne a 25 metri, praticamente nella prima metà. La descrizione punti era “avvallamento parte alta” ed il 95% dei concorrenti ha indicato la lanterna più lontana, senza verificare che l’avvallamento continuava ancora per molti metri (fino a sparire addirittura alla vista) e che il cerchietto in mappa era posizionato molto più lontano dal sentiero rispetto alle lanterne. Il punto 9) mi resterà in mente per due motivi: un mio errore nella descrizione punti ed un equivoco che ho scoperto solo alla fine. L’errore è dovuto al fatto che non ho trovato nel mio bigino la descrizione “muretto di pietre”: l’unico muretto era quello di terra... per voler essere più realista del re ho allora utilizzato il simbolo del “mucchio di sassi” e qualcuno ha pensato che fosse un altro punto trucco. Mea culpa. L’equivoco è dovuto al fatto che a metà prova il picchetto deve essere caduto a terra: chi lo ha tirato su lo ha posizionato a mezzo metro dal punto esatto, e questo è bastato per invertire l’ordine di due lanterne che erano quasi allineate (io avevo usato come “mirino” un piccolo albero): fino a metà tutti hanno indicato la lanterna C, dopodiché sono arrivati i primi con l’indicazione della B. Uno o due va bene, ma dopo una decina di B (e tutti convinti di essere nel giusto) il sospetto che qualcosa non andasse ci è venuto... e quando siamo andati a raccogliere i punti abbiamo visto che avevano ragione sia gli uni che gli altri! Il punto 10) era un bordo di cocuzzolo, correttamente individuato dai più.

Alla fine ho contato un buon 75% \ 80% di risposte corrette. Ed una percentuale ancora maggiore di persone che hanno gradito il percorso. Forse poteva esserci una partecipazione maggiore (38 persone) ma la gara di Brinzio è stata molto dura ed il ritrovo era sicuramente più accogliente... magari ci sarebbe stata una partecipazione maggiore dopo una sprint o una middle, offrendo agli atleti un ulteriore motivazione per stare nel bosco con la cartina e la bussola. Ho notato anche che molti si sono presentati sul percorso in gruppetti: è sicuramente una prova (finché resta dimostrativa) da affrontare con gli amici piuttosto che da soli.

Alla prossima
 
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